Sahasrara è il nome del nostro settimo Chakra, esattamente l’ultimo dei nostri centri energetici, posto sulla sommità del capo e per questo motivo denominato anche “Chakra della corona”.
Non governa nessun organo, essendo quasi del tutto sganciato dal corpo fisico, ma permette comunque all’ipofisi e alla corteccia cerebrale di funzionare correttamente ed è collegato al rapporto che abbiamo con ciò che riguarda la spiritualità, la conoscenza suprema, ciò che di più puro possiamo provare.
È raffigurato da un fiore di loto viola e bianco composto metaforicamente da mille petali, che schiudendosi simboleggiano il raggiungimento della nostra crescita sia spirituale che personale.
È per questo che Sahasrara significa “mille”, che è anche un numero dall’elevato valore spirituale nella cultura orientale.
L’elemento connesso al settimo Chakra è il metallo, mentre i colori sono ovviamente il bianco e il viola, gli stessi del fiore di loto che lo rappresenta.
Scopriamo cosa succede quando Sahasrara è bloccato e mal funzionante, e nell’ambito dello Yoga elenchiamo le migliori Asana per il settimo Chakra.
Cosa succede quando il settimo Chakra è bloccato?
Se ci accorgiamo di non riuscire più a pensare lucidamente, soffriamo spesso di mal di testa, sviluppiamo delle fobie o delle psicosi, significa che il nostro settimo Chakra non funziona correttamente, ed è dunque bloccato.
Trattandosi di un Chakra energicamente potentissimo, i disagi dati da un suo squilibrio non sono propriamente di blanda natura, tutt’altro.
La nostra crescita personale risulta intaccata, diventiamo materialisti ed estremamente attaccati alle cose terrene, tralasciando l’aspetto spirituale nella nostra vita, e quindi evitando tutto quello che non può essere spiegato con la ragione. La morte ci fa paura, appunto perché temiamo l’ignoto.
Quando invece il settimo Chakra funziona come deve funzionare, con tutta l’energia che è in grado di sprigionare e che è libera di fluire, tutto cambia e siamo in grado di raggiungere il punto più alto della nostra crescita, nonché della nostra conoscenza.
Di conseguenza, migliora la nostra comprensione, la nostra capacità di apprendere, e ci rende più consapevoli e liberi di agire al di là di ogni ostacolo.
È dunque molto importante che anche l’ultimo dei nostri sette centri energetici, Sahasrara, come tutti gli altri, sia ben bilanciato, equilibrato, perché un suo blocco può davvero limitarci fortemente nel condurre la nostra vita.
Lo Yoga in questo può aiutare e, come abbiamo già anticipato, andiamo a elencare qui di seguito quattro Asana particolarmente indicate per il settimo Chakra.
Padmasana (la posizione del loto)
Padmasana è la posizione madre, la cosiddetta posizione del loto, che si assume durante la Meditazione.
Essa infatti ci mette in relazione con l’universo e con il nostro Io più profondo, stimolando quindi il nostro settimo Chakra. Ecco come fare:
- Sedetevi a gambe distese sul tappetino.
- Piegate il ginocchio destro fino a posizionare il piede corrispettivo sulla coscia sinistra, il più vicino possibile all’inguine.
- Fate la stessa cosa con l’altro piede, che va appunto ugualmente posizionato sulla coscia destra. L’operazione richiede una certa flessibilità, quindi pur essendo una Asana tutto sommato semplice, per alcuni principianti potrebbe volerci più tempo e pazienza per riuscire a posizionare le gambe in questo modo.
- Per quanto riguarda braccia e mani, unite pollice e indice di entrambe.
- Mantenente la posizione finché volete e potete.
Sirsasana (la posizione sulla testa)
Sirsasana è una posizione abbastanza impegnativa, che consigliamo di eseguire sotto l’attenta supervisione di un maestro oppure solamente a chi ha raggiunto un livello ormai avanzato nella pratica dello Yoga.
È una delle Asana più efficaci per il settimo Chakra, migliora la circolazione, aiuta in caso di colite o stipsi e rende l’individuo più sicuro si sé. Vediamo come fare:
- Assicuratevi che il tappetino sia non troppo sottile per creare una base di appoggio adeguatamente spessa e non scivolosa, oppure piegatelo in due.
- Inginocchiatevi con i glutei poggiati sui talloni e chinatevi in avanti poggiando i gomiti a terra: le braccia devono essere perpendicolari al pavimento.
- Unite le dita, formando con le mani una specie di coppetta che è anche il vertice del triangolo formato con gli avambracci.
- Poggiate la testa sui palmi delle mani, cercando il punto di appoggio più adatto a voi.
- Sollevate il bacino, distendendo le gambe.
- Chi è alle prime armi può anche fermarsi qui, chi invece ha le possibilità per farlo può proseguire nel sollevare le gambe e raggiungere la completa posizione verticale invertita, dove solo la testa e gli avambracci sostengono il peso del corpo.
- Se sei inesperto tieni la posizione 30 secondi, se hai più dimestichezza puoi tenere la posizione anche fino a 30 minuti.
- Per tornare nella posizione di partenza piega le ginocchia e abbassa il corpo.
Sarvangasana (posizione della candela)
Questa Asana ci apre alla spiritualità, alla purezza e all’intuizione, migliora la circolazione, la digestione ed è utile nelle situazioni di stress e per chi soffre di insonnia.. Si esegue in questo modo:
- Sdraiati sul tappetino, verifica che la testa e la colonna vertebrale siano allineate, tieni le gambe dritte con i piedi uniti
- Tieni li braccia lungo i fianchi, rilassa tutto il corpo
- Contrai i muscoli addominali e con l ‘aiuto delle braccia solleva lentamente le gambe in verticale, mantenendole tese
- Inspira nella posizione di partenza
- Lentamente solleva i glutei e la colonna vertebrale, portando il tronco in posizione verticale
- Gira il palmo delle mani verso l’alto, piega i gomiti e metti le mani sulla gabbia toracica per sostenere la schiena. I gomiti son alla stessa larghezza delle spalle
- Spingi il torace in avanti in modo che si crei una pressione stabile contro il mento
- Nella posizione finale le gambe son verticali, unite e formano una linea retta col tronco
- Chiudi gli occhi e rilassa tutto il corpo e respira lentamente e profondamente
- Tieni la posizione per 5 respiri, se sei più esperto anche per 3/5 minuti
Viparita Karani (la posizione invertita)
L’Asana Viparita Karani, è utile nel riattivare il settimo Chakra come tutte le posizioni invertite, poiché stimola le nostre percezioni interiori. Ecco come si esegue:
- Sedetevi a terra, sul tappetino, di fronte a un muro ampio e libero da oggetti.
- Posizionatevi in modo da poter distendere la schiena per terra e sollevare le gambe che devono invece appoggiarsi totalmente al muro rimanendo verticali. Anche i glutei devono essere a contatto con la parete.
- Con il vostro corpo, dunque, formate un angolo di 90°.
- La testa è ben appoggiata a terra, e l’obbiettivo è quello di rilassarvi: respirate normalmente e mantenente la posizione il più possibile, per almeno 5 – 10 minuti.
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